Negli ultimi anni le occasioni in cui “far gruppo” nell’ambito delle nuove tecnologie si sono moltiplicate. In questo fiorire di eventi, conferenze, meetup, coworking spesso il tema della comunità è ricorrente. Per questo è importante prendersi un momento, fare un passo indietro e chiedersi che cos’è una Community IT e cosa significa farne parte.
“Comunità: insieme di persone che hanno comunione di vita sociale, condividono gli stessi comportamenti e interessi” – Treccani
Far parte di una Community significa, prima di tutto, mettere in atto uno scambio, un dare ed avere tra noi e le persone del gruppo che ci arricchiranno in termini di esperienze, conoscenze e competenze. Vale per tutti i campi: sono un programmatore e ovviamente lo ritengo fondamentale nell’ambito software, ma queste motivazioni sono assolutamente valide a prescindere da quale sia la vostra figura professionale. Che tu sia un UI Designer, Software Developer o DBA non cambia nulla: partire dal confronto è fondamentale sia nel lavoro sia, in generale, nella nostra vita.
Dal 2014 faccio parte dello Staff di XPug Bologna, un gruppo di persone interessate ad “eXtreme Programming” e a tutto ciò che ruota intorno al mondo del software: tecnologie, pratiche e metodologie.
Stando all’illustre Vocabolario Treccani gli ingredienti ci sono tutti: ci sono le persone, ci sono gli interessi. Nella definizione manca però un aspetto fondamentale: il perchè. Vorrei partire proprio da qui: da quella che è la mia esperienza e condividere quali, secondo me, sono i tre motivi principali per cui è bene partecipare alle attività di una community e tre luoghi comuni dai quali è bene fuggire.
1. Crescere: professionalmente e umanamente.
Nel momento in cui si partecipa attivamente a delle attività proposte da un gruppo, si mette in atto un confronto tra ciò che si conosce e ciò che viene proposto dalle altre persone. Già questo minimo confronto, autonomo, quasi inconscio e automatico, porta a conferme o a nuove conoscenze. Per me questo significa: crescere, professionalmente e umanamente.
Se al confronto aggiungiamo un po’ di sana proattività e una buona dose di spontaneità questo processo di crescita si amplifica. Detto in parole povere: confrontarci con persone che discutono o propongono attività inerenti a temi di nostro interesse (tecnologie, metodologie, case study, ecc…) può solo aiutarci a diventare professionisti e persone migliori. Quando poi siamo noi in prima persona promotori di qualche attività, come ad esempio proporre una nostra presentazione durante un meetup, allora la cosa, per noi, si amplifica ulteriormente.
Le community possono aiutare tanto nel conoscere nuove persone, capire come essere parte di un gruppo e come porre se stessi insieme agli altri.
Per alcuni questi vantaggi potrebbero risultare banali e scontati. Ma non è così per tutti. Far parte di un gruppo di persone aventi in comune un particolare tema può favorire enormemente la socializzazione portando a volte a far crescere conoscenze e amicizie che possono durare anni.
3. Condividere: portare il proprio punto di vista
Partecipare significa sicuramente ascoltare ma anche portare un proprio punto di vista: in una qualsiasi discussione, da una domanda alla fine di una presentazione o davanti ad una pizza durante una cena, comunicare la propria opinione significa anche contribuire alla community, donare una propria idea e/o conoscenza che possa permettere ad altri di crescere. Se questo meccanismo virtuoso, lo replichiamo su ogni elemento della community, l’ “effetto crescita” si amplifica a beneficio di tutti portando ad un crescita generalizzata. Più si condivide, più si cresce insieme, cosa volere di più?
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Concludo questa veloce riflessione simulando un botta e risposta con un’ipotetica persona che potrebbe avanzare alcune ragioni per NON partecipare. Vediamole:
Nessuna community mi sembra interessante e perciò lascio perdere…
Fai un esperimento: crea una tua classifica personale delle community vicino a te, scegli quella che hai messo in prima posizione in base al tuo gusto, e prova a partecipare per tre volte alle loro attività. (Perché tre volte? Una serata storta capita ovunque, trarre conclusioni affrettate non è mai una buona idea…)
Ho partecipato a diverse community ma nessuna tratta il tema che mi interessa maggiormente…
Come al solito i problemi possono essere visti come opportunità: potrebbe essere una buona idea creare una nuova community attorno al tema a te caro. Probabilmente ci sono là fuori altre persone interessate all’argomento, perché aspettare? (Magari in uno dei prossimi post condividerò qualche consiglio su come creare da zero una community)
Vorrei tanto partecipare ma abito molto fuori mano, lontano da tutto e da tutti e vicino a me non ci sono persone con cui creare una community…
Praticamente con la nascita di internet sono nate anche le community online (forum, chat/slack, mailing-list, ecc…). In quel caso basta una connessione internet per partecipare. Un trend che sta aumentando negli ultimi mesi è la nascita di Remote Meetup dove vengono proposte attività con tutti i partecipanti da remoto (es. https://github.com/elixirup/remote-meetup). Una ricerca su Google può aiutare a capire se esiste già qualcosa di tuo interesse o potresti essere colei/colui che ne promuove uno nuovo!
Mi fermo qui.
Il mio consiglio è: partecipare. Il tempo che riuscirete a dedicare ad una o più community vi regalerà soddisfazioni, conoscenze e tanta crescita. E se il tempo è denaro, preparatevi ad incassare anche gli interessi :-).