L’insostenibile leggerezza del Team Leader

La mia avventura in CodicePlastico è cominciata il diciotto giugno duemilaquattordici. Venivo da un’esperienza lavorativa che mi aveva dato e tolto tanto allo stesso tempo; avevo perso l’entusiasmo per il lavoro, avevo il cuore a pezzi e avevo bisogno di riprendere in mano la mia vita. CodicePlastico è stato il mio approdo sicuro nel mare in tempesta.

Da quel giorno l’ho vista cambiare, crescere, mettersi spesso (a volte troppo) in discussione, sperimentare e maturare. Credere sempre nella volontà di migliorare ed investire con convinzione nella ricerca della qualità. 

Insieme a lei sono cambiata e cresciuta anche io, facendo tesoro dei consigli e degli esempi dei colleghi, sfruttando ogni opportunità che mi veniva offerta, studiando, facendomi coinvolgere dall’entusiasmo di ogni nuova esperienza e provando ad imparare da ogni errore.

Questi anni sono stati ricchi di analisi funzionali e tecniche, di descrizioni di card, righe di codice (…ultimamente molto poche), test verdi, rilasci in produzione (anche notturni), bug fix al cardiopalma..corsi e workshop..call (taaantee), meeting con i clienti..risate, avventure, giornate in ufficio..e brioches, biscotti, torte di rose, focacce, pizze, panini con il salame e panzerotti..

Ogni anno è coinciso con una piccola o grande trasformazione, con nuovi obiettivi e responsabilità.

E così vorrei provare a raccontarvi questo duemilaventitre in cui ho indossato ufficialmente la fascia di capitano del team Turing (..non è casuale il riferimento al famoso club che si occupa di viaggi!), uno dei cinque team in cui siamo organizzati.

È stato un anno tosto tosto, impegnativo, a tratti insopportabile, ma anche sfidante e pieno di soddisfazioni. Da qui l’idea di questo articolo: condividere quelli che sono stati gli ingredienti fondamentali che hanno reso questa esperienza unica.

Primo ingrediente: le diverse personalità

È stato ed è un viaggio entusiasmante e la differenza l’ha fatta e la fa sicuramente il team: una squadra in cui ciascuno ha sempre cercato di dare il massimo, in cui ciascuno può contare sempre sulla disponibilità e sull’aiuto dell’altro. Una squadra che si è compattata nei momenti di difficoltà e che ha saputo celebrare ogni traguardo raggiunto.

Questo dream team ha reso il ruolo da team leader ancora più stimolante per cercare di servire a ciascuno l’assist perfetto per esprimere al meglio il proprio valore, per seguire le proprie ambizioni e per realizzare i propri goal.

La mia grande passione per la pasticceria mi ha insegnato che ogni ottimo dolce è il risultato di ingredienti di qualità, di precisione nella determinazione delle dosi, di equilibrio nella combinazione dei sapori e di un’attesa paziente per arrivare al risultato. 

Non è esattamente quello che avviene nella quotidianità di un team?

La combinazione delle qualità, delle attitudini e delle peculiarità di ciascuno si trasforma in valore con la cura e la costruzione della fiducia.

Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo Principe”, uno dei miei libri preferiti, scrive

è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante

Secondo ingrediente: ridere insieme per sentirsi squadra

L’instancabile attenzione verso ogni singolo componente del team è il fil rouge che ho sperimentato fin dal primo giorno del mio percorso in CodicePlastico ed è la base con cui cerco di approcciare la collaborazione con il mio team.

Tengo alla partecipazione e alla puntualità di tutti ai riti del team e credo nel valore della solidarietà e della disponibilità come strumenti per costruire la fiducia. 

Non dimentico mai di scrivergli un buongiorno quando, ad esempio, non riesco a partecipare allo standup mattutino per trasferte o riunioni. È parte del mio modo di fargli capire che sono sempre presente per loro; riconoscere l’importanza delle persone è fondamentale per fare crescere in loro il coinvolgimento nel progetto. Sentirsi parte di qualcosa è la base per riuscire a generare valore.

Faccio di tutto per isolarli dalle seccature e dalle pressioni per metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio, ma delego loro tutte le decisioni su cui possono essere autonomi e non in difficoltà. Cerco di essere sempre attenta al loro stato d’animo.

La soluzione infallibile del team Turing per cominciare la giornata con il buon umore è dedicare pochi minuti finali dello standup al racconto di una barzelletta, anche brutta! È un vero toccasana, fidatevi! 

Terzo ingrediente: mantenere le promesse

Un clima sereno e collaborativo non limita l’autorevolezza nell’accertare che le attività vengano svolte con la giusta cura, che ci sia sempre rispetto nel confronto tra tutti e che gli impegni e le promesse siano mantenute. Su questi aspetti sono un vero rottweiler e, dato che sono pure una testona, difficilmente transigo.

In tutta onestà devo ammettere che non sempre tutto è filato liscio: talvolta ho sbagliato, peccando di superficialità, ma per fortuna ho avuto la possibilità di correggere i miei errori.

Ho cercato un confronto onesto e non necessariamente semplice e, soprattutto, ho chiesto scusa senza nascondermi dietro inutili giustificazioni.

Quarto ingrediente: alzare la mano quando qualcosa non va

Queste esperienze sono state prove tangibili dell’importanza della cultura del feedback per raccogliere informazioni con l’obiettivo di migliorare.

Non perdete mai l’occasione di un confronto, trovate il tempo di ascoltare le opinioni di ognuno e non dimenticatevi, allo stesso tempo, di esprimere il vostro pensiero e di dare risposte sincere.

Un sistema virtuoso di riscontri è uno strumento fondamentale per un team efficace e favorire la crescita di questo sistema è uno dei miei personali obiettivi per l’anno che sta arrivando. 

Quinto ingrediente: non smettere mai di imparare

Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle

scrive Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo Principe”.

Caro duemilaventiquattro, alle nostre nuove avventure. Ti aspetto, come una giornata al mare.

Un grazie immenso al Team Turing. Ad Alessandro, Claudio, Emilio, che sono le colonne portanti. A Federico, che è stato una ventata di aria fresca. A Gianluca, che si è appena unito a noi. A Stefano, che ha condiviso con noi il percorso per buona parte dell’anno.

Questo testo racconta di me, ma soprattutto di noi. 

A noi, buon proseguimento di viaggio!