CoderDojo: imparare giocando

Tra le varie attività del 2020 che il Covid ha messo in pausa c’è un piccolo evento a cui tenevamo particolarmente. La Biblioteca di Bovezzo (BS) era in cerca di laboratori culturali e scientifici che potessero coinvolgere i bambini: quale attività migliore di un CoderDojo?

Il CoderDojo è una community aperta che, attraverso il formato del “dojo”, ha lo scopo di diffondere la cultura della programmazione in bambini e ragazzi. Il format è semplice: i partecipanti arrivano con un pc dove preventivamente è stato installato Scratch, un conduttore guida lo sviluppo di un piccolo esercizio, mentre gli assistenti aiutano con i più piccoli. A febbraio 2020 eravamo pronti: esercizio, volontari, diplomi, regali per i partecipanti e perfino la lista della spesa per la merenda. Per questo è stato un vero piacere, due anni dopo, riuscire a “ripescare” l’evento messo in pausa, ritrovando lo stesso entusiasmo tra organizzatori e partecipanti.

L’appuntamento di Maggio 2022 è stato un vero successo. L’esercizio che abbiamo proposto è stato un piccolo grande classico: 15 bambini dalla prima elementare alla prima media si sono cimentati nella realizzazione di “Arkanoid”. Il mio ruolo è stato di conduttrice dell’evento, insieme a Davide ed Emanuele come assistenti. Trovo sempre molto interessante ascoltare cosa pensano i bambini del nostro lavoro: non potevo quindi che cominciare chiedendo alla mia piccola platea quale fosse, secondo loro, il nostro lavoro.

Lavorate col computer! Siete quelli che fanno i programmi.

Questo è stato lo spunto per spiegare brevemente che cos’è il software e come possa essere nascosto sia nelle piccole cose che utilizziamo (dalla calcolatrice ai videogiochi) sia nei grandi progetti ambiziosi, come far arrivare una navicella alla stazione spaziale.

È seguita una piccola introduzione su Scratch per passare poi all’esercizio vero e proprio. Abbiamo diviso il problema in piccoli step: la pallina che rimbalza sui bordi, la pallina che rimbalza sulla barra, la barra che si muove, e così via, aggiungendo di volta in volta un po’ di complessità in più.

Ad ogni step chiedevo loro delle proposte su come poter implementare le modifiche: concordata una soluzione proiettavo un esempio, lasciandoli lavorare in autonomia con la nostra assistenza. A differenza di quanto si possa immaginare, le questioni tecniche sono andate lisce come l’olio, mentre i passaggi su cui i bimbi si sono dati da fare con dedizione sono stati quelli di design, come le scelte delle clip, la forma da dare alla pallina o gli sfondi. Insomma, va bene il codice, ma anche l’occhio vuole la sua parte! E’ stato molto divertente, così come è stato divertente sentirsi (inaspettatamente) chiamare Maestra. Man mano il gioco prendeva forma, man mano l’entusiasmo cresceva: i bimbi non solo vedevano qualcosa che funzionava per davvero, ma anche qualcosa di fortemente personalizzato che sentivano loro.

Dopo la merenda abbiamo consegnato i nostri diplomi di “Supereroi di Scratch” e regalato un libro sulla programmazione a tutti i partecipanti: quale modo migliore di crescere i prossimi coders del domani!

Insomma è stata un’esperienza positiva, una grande occasione di formazione, sicuramente per i bimbi ma anche per noi. In particolare mi sono resa conto che insegnare mi piace. Spesso ho evitato situazioni da speaker, sarà la sindrome dell’impostore, ma ho sempre avuto la sensazione di non avere nulla da raccontare. Lavorare con i bimbi è come se avesse neutralizzato questa paura: ho scoperto il piacere di trasmettere conoscenza e non vedo l’ora di potermi ritrovare nuovamente nel ruolo dell’insegnante.

La prossima occasione sarà il secondo appuntamento del Coder Dojo: ripetiamo l’esperienza il 5 novembre… Se avete piccoli futuri programmatori interessati, non fatevi scappare l’occasione di farli diventare dei piccoli eroi di scratch.