Professionisti del web…ribellatevi!

Il 2011 è stato un anno particolare: la crisi, la situazione europea, il cambio di governo in Italia hanno mosso le coscienze dei cittadini che sembrano aver iniziato un percorso verso l’acquisizione di un nuovo senso civico (io ci voglio credere :-))

Da più fonti però si capisce che le cose non vanno benissimo, alcuni fatti.

  • Ha fatto scalpore, ma non abbastanza, la notizia del suicidio dell’imprenditore veneto che non riusciva a riscuotere i crediti per 200k euro.
  • Si è parlato molto su twitter di questo post in cui noi italiani siamo dipinti come eroi perché riusciamo a sopportare ritardi enormi nei pagamenti, e nonostante questo ce la facciamo (ma non sempre come abbiamo visto).
  • Cris ieri su twitter ha scritto: “sono indeciso se cambiare la mia mission in “banca”, visto che sto continuando ad anticipare lavoro (quindi soldi) ai miei clienti. # shit
  • In CodicePlastico abbiamo chiuso un buon 2011 dal punto di vista del fatturato ma circa il 40% lo dobbiamo ancora incassare.

A me tutto questo fa molto incazzare, il nostro lavoro è principalmente di tipo intellettuale, fortunatamente non dobbiamo investire soldi in macchinari costosi ma questo non vuol dire che non c’è un’investimento alle spalle. Per poter fare una consulenza su ASP.NET MVC devo passare giornate a studiare, provare, formarmi, tutto tempo che investo per poi potermi vendere come consulente alle aziende che ne hanno bisogno. E siccome il mio cliente ottiene valore immediato dalla mia consulenza, io voglio essere pagato immediatamente.

Il proposito per il 2012 che io faccio, ma che vorrei che tutti i professionisti del web facciano, è quello di non concedere termini di pagamento lunghi e lasciar perdere i clienti che vogliono pagare a più di 30 giorni. Io nelle prossime settimane, abbandonerò alcuni clienti che seppur validi, hanno tempi di pagamento a 60 o 120 giorni. Lo faccio per me stesso e invito anche voi a farlo, e più siamo ad imporci più la qualità del nostro lavoro può migliorare.

Per chi non è ancora convinto di quello che ho scritto lo invito a guardare questo video dal titolo esemplare: Fuck you, pay me.

Lascio infine un paio di link sempre sul tema pagamenti, ritardi e pigrizia di Francesco Fullone: uno e due.

Le cose possono cambiare.