Company Meeting 2022

Quante volte abbiamo sentito parlare di team building? Sicuramente tante e, molto spesso, nei termini sbagliati: qualcuno ancora lo vede come una inutile perdita di tempo e una spesa superflua, altri come uno strumento per aumentare la produttività dei dipendenti.

Per quanto mi trovi più vicino a quest’ultima visione, non ne condivo appieno le motivazioni. La mia definizione di team building si può ridurre ad una semplice frase: vivere esperienze (belle o brutte che siano) insieme ai propri colleghi.

Non si tratta quindi di un processo forzato e, soprattutto, non ha come unico obiettivo l’aumento della produttività. Le attività di team building puntano a migliorare il benessere all’interno dell’azienda per favorire la condivisione di esperienze tra membri del team, lo scambio di idee e la socialità. La creazione di legami interpersonali tra colleghi è un processo tanto importante quanto complesso e un contesto di lavoro remote-oriented spesso lo complica ulteriormente.

Essendo la mia prima esperienza full-remote temevo di non riuscire a creare con i miei colleghi delle relazioni solide come quelle che si erano formate nei precedenti lavori e, dato che sono arrivato da pochissimo in azienda, il company meeting è stato un momento perfetto per valutare le mie preoccupazioni. Vediamo come è andata.

Quest’anno siamo stati a Dimaro, Val di Sole, Trentino: un paesino immerso nel verde e nella pace montana del cui nome non ricordo mai la corretta accentuazione.

DIMARO, VAL DI SOLE, TRENTINO.

Giorno 1 – giro d’Italia, pialle e costruzioni Lego

Il viaggio di andata, in bus, è stato un po’ come tornare al liceo: chi stava in prima fila e parlava con l’autista, chi in fondo a leggere in relax e chi, come me, stava al centro a disturbare tutti gli altri.

Nonostante il giro d’Italia abbia provato a ostacolare il nostro arrivo (passava proprio da Dimaro, proprio quando saremmo dovuti arrivare), riusciamo a raggiungere l’hotel subito dopo pranzo. Giusto il tempo per sistemare le valigie, lavarci e iniziamo con i primi talk interni, un grande classico di CodicePlastico: si propongono dei temi (tecnici e non), si votano i titoli per realizzare una “mini-conf” tra colleghi. In questo modo ci scambiamo conoscenza e facciamo esperienza con il public speaking.

Ho trovato estremamente interessante l’intervento sui problemi psicologici del remote working e su cosa fare per tutelare la salute mentale dei lavoratori (quasi quanto quello sull’utilizzo delle pialle da legno!)

La giornata si é conclusa con LegoPO: un gioco-formativo basato sulla costruzione di oggetti coi lego, utilizzato per dimostrare i benefici del lavoro agile. Il gioco è stato molto difficile ma stimolante perché rispecchiava con molta fedeltà diversi meccanismi che si creano in un processo di sviluppo di questo genere. Mi sono messo in prima linea e ho provato a fare il “project manager”. L’entusiasmo mi ha trascinato sin da subito ed ho potuto toccare con mano le innumerevoli difficoltà che questo ruolo comporta.

LEGOPO IN AZIONE.

Giorno 2 – unicorni, structured innovation e D&D

Il secondo giorno inizia con una passeggiata tonificante, seguita dalla colazione, e da altri due talk: il primo su unicorni parlanti e sulla gestione dei compiti scolastici estivi e l’altro sull’importanza di comunicare e ricevere feedback e le modalità più indicate per farlo. Cosa ho imparato? Che il feedback è un strumento tanto utile quanto delicato, ed è fondamentale capire come fare in modo che sia un’esperienza costruttiva sia per chi lo dà che per chi lo riceve (ma ho imparato anche che gli unicorni esistono davvero e sono degli ottimi compagni di avventura)

Il resto della giornata è stato dedicato alla structured innovation: una forma di innovazione con spinta “dal basso”. Ognuno di noi ha potuto evidenziare le aree di potenziale miglioramento per l’azienda e, le proposte più votate, sono state discusse e trasformate in progetti concreti.

Dopo cena abbiamo deciso di liberare le nostre anime nerd in una serata D&D: location suggestiva (la taverna dell’hotel), birra e compagnia eccezionale hanno reso la serata indimenticabile. Anche le persone che non avevano nessuna esperienza di gioco di ruolo sono riuscite ad appassionarsi e divertirsi.

TAVERNA E D&D.

Giorno 3 – ponti sospesi, relax e D&D (D nuovo)

Partenza alle ore 9 per “una semplice camminata in montagna”… Dopo un’ora di salita tra i boschi raggiungiamo un innocuo e per niente spaventoso ponte tibetano: 60 metri di altezza, 100 metri sospesi nel vuoto in cui ogni passo fuori tempo faceva percepire tutta l’oscillazione del ponte (e la precarietà della vita).

PER NIENTE SPAVENTOSO.

Ed è proprio qui che ho potuto assistere ad un altro fenomeno incredibile: da fifone cronico quale sono non credevo ce l’avrei mai fatta, ma vedere tutto il team alla fine del ponte che faceva il tifo per noi mi ha dato la forza necessaria e sono riuscito ad attraversarlo.

La strada di ritorno è stata forse più impegnativa dell’andata e, tornati in hotel, avevo completamente perso il senso del tempo pensando fosse già sera (siamo tornati verso le 15). Dopo un po’ di meritatissimo relax – chi in sauna e in idromassaggio, chi a ping pong e biliardo – abbiamo cenato e ripetuto la serata D&D.

Nuova avventura e nuovo dungeon master (così si chiama il narratore che guida i giocatori): una landa di ghiaccio perennemente in penombra, branchi di lupi affamati e una comunità di animali antropomorfi con una spiccata comicità. Tutto accompagnato da una morbida grappa trentina. Come immaginare qualcosa di meglio?!

IL DADO A 20 FACCE, FULCRO DELLE MECCANICHE DI D&D.

Giorno 4 – rientro e conclusioni

Ritornati a Brescia arriva il momento di salutarci e di fare un bilancio: cosa mi porto a casa da questo company meeting?

  • La consapevolezza di far parte di un team unico, composto da persone ricche di esperienze da raccontare e passioni da condividere.
  • Tanto relax, benessere e gioia nell’aver recuperato un po’ di socialità, soprattutto in questo periodo storico sfortunato.
  • Dopo il talk sulla psicologia del remote worker ho iniziato a scrivere un diario (più o meno giornaliero) in cui raccolgo i racconti e le sensazioni delle mie giornate.
  • Ho ricominciato anche una sana e moderata routine di attività fisica, sperando di riuscire finalmente a tornare un po’ in forma.
  • Speck, formaggi e grappa trentina (che probabilmente vanificheranno i buoni propositi del punto precedente).

Lascio invece tra le montagne le preoccupazioni dovute alla mia prima esperienza da remote-worker: ho trovato un’azienda molto sensibile al benessere psicologico dei propri dipendenti, che incentiva le interazioni sociali e lo scambio di idee.

Ho capito che anche lavorando a distanza si possono creare legami solidi e genuini e che il famigerato “team building”, se mosso dalle intenzioni giuste, non é poi così male.

IL TEAM DI CODICEPLASTICO.

Si ringrazia Jacek per le fotografie.